sabato 15 dicembre 2012

Un tranquillo weekend in montagna...


Un giorno di tardo autunno, tre famiglie di amici, quattro adulti e sei ragazzi, partono per fare un’escursione nei boschi di una vallata che conoscevano bene.
La giornata sembrava proseguire come previsto, il gruppo arrivò sulla Vetta dell’Aquila, da dove scattarono alcune foto al panorama. Il più giovane, Marco di 13 anni, si allontanò e scivolò provocandosi una brutta escoriazione alla coscia,  allora i dieci decisero di tornare verso valle.
Mentre scendevano, una fitta nebbia li fece disorientare.
I genitori videro in lontananza una casa diroccata, un vecchio rifugio alpino dove entrarono pensando di trascorrervi la notte perché ormai si stava facendo buio. 

Nel rifugio diroccato si aggirava lo spettro di una vecchia signora.
La vecchia era morta per colpa dei 3 figli di una famiglia che era stata ospite del rifugio 30 anni prima. Allora la vecchia gestiva da sola il rifugio, ma non sopportava i bambini con i quali era molto severa. I tre bambini indispettiti l’aspettano sul pianerottolo e le fanno lo sgambetto : la vecchia cade e si rompe l’osso del collo.
Dopo l’accaduto, la vecchia divenne uno spettro e decise di vendicarsi con ogni bambino che capitasse nel rifugio.



Vedendo il ragazzo ferito, lo spettro viene preso dalla frenesia del sangue, entra nella ferita, si impossessa del ragazzo, gli fa girare la testa al contrario e lo trasforma in uno zombi mostruoso che cammina a 4 gambe.
Il mostro assale suo fratello, lo sgozza e lo divora brano a brano lasciando solo la testa e succhiandone poi il cervello.
Piangendo per la disperazione, gli altri si barricano nella cucina per sfuggire allo sterminio.

Il gruppo decise di riposare un po’ facendo i turni di guardia. Durante la notte, quando i bambini e due genitori dormivano, due adulti facevano guardia alla cucina. 
Ad un tratto sentirono degli scricchiolii e pentole che si muovevano, allora tutti si svegliarono di soprassalto, e quando partirono i coltelli verso di loro scapparono, ma una di loro, la mamma del ragazzo trasformato in mostro, venne colpita da un coltello in piena fronte.



I sopravvissuti, ormai completamente sconvolti dagli avvenimenti,  ma soprattutto terrorizzati dall'idea di perdere qualcun altro in modo altrettanto orribile, non sapevano che cosa fare e dove andare e così si ritrovarono a passare un altro giorno in quel rifugio, dove si nascondevano molti misteri e segreti.  Tutti, durante il giorno, stavano molto attenti e ad ogni minimo rumore saltavano in aria. 
Arrivò di nuovo la notte e tutti avevano una grande paura, lasciarono le luci accese e oltre a questo tennero gli occhi sbarrati. Nessuno pensava minimamente a dormire ma il sonno arrivò e si addormentarono.  
Al mattino si svegliarono  e si accorsero che uno di loro era sparito nella notte, si guardarono impauriti e decisero di uscire per andare a cercare colui che era scomparso. Quando uscirono dal rifugio videro una scena rivoltante: il ragazzo scomparso era per terra morto sbranato. Disperati e molto impauriti decisero questa volta di scappare da quel rifugio maledetto.  Ma in preda al panico non riuscirono a ritrovare il sentiero per scendere a valle. Brancolando nella nebbia, videro un vecchio albergo in lontananza e decisero di cercare rifugio in quel posto. Si faceva di nuovo sera.



L’albergo sembrava disabitato. Ma durante la notte venne svegliato un ragazzo da una specie di  cameriere che però era un vampiro assetato di sangue. Il cameriere gli fece credere che c’era lo spuntino di mezzanotte ma invece lo spuntino era proprio lui e così lo morse sul collo e lo trasformò in un vampiro a sua volta.  
Il padre del ragazzo vampirizzato, svegliato di soprassalto, si trova davanti al figlio che vuole succhiargli il sangue. Cerca di divincolarsi ma mentre il figlio lo morde muore di infarto.
Il ragazzo vampirizzato a questo punto è sconvolto e si pente di aver causato la morte del padre. Prende un piolo di legno, insegue il cameriere e glielo conficca nel cuore. Poi lo estrae e lo usa per ammazzare se stesso.
Gli altri terrorizzati si rinchiudono in una stanza per trascorrere il resto della notte.
Ma neanche 5 minuti dopo sentono uno strano rumore, sembrava il rumore di maniglie e di serrature che continuavano ad aprirsi e chiudersi, ma non c’era nessuno. Aspettando pochi minuti il rumore smise e si vide un’ombra da dietro la porta che entrò nella stanza senza aprire la porta, sembrava del fumo nero che entrava da sotto, una volta entrato si espanse per tutta la stanza facendola diventare tutta grigia; il gruppo terrorizzato cercava di capire cosa stesse succedendo. Pian piano la stanza riprende il colore di origine, tutti controllano di stare bene ed essere salvi, ma si accorsero che uno di loro aveva lo sguardo fisso nel vuoto  e non rispondeva ai compagni, ma in pochi secondi comincia a fare cose che un  umano normale non riuscirebbe a fare, del genere: urlava e si piegava su se stesso, la schiena gli toccava le ginocchia. ERA POSSEDUTO.



I rimasti in vita, al mattino, trovano una tanica di benzina e appiccano fuoco all’albergo fuggendo. Ma vengono inseguiti dal cameriere trasformatosi in uno spettro di fuoco e per sfuggirgli si rifugiarono dentro una grotta. Sentirono un rumore venire dalla parte più scura della grotta e subito dopo videro due luci rosse scarlatte che poi si rivelarono degli occhi che iniziarono a fissare i sopravvissuti che accortisi di ciò scapparono dalla grotta ma furono inseguiti dal Ciurraca, una creatura orribile, assetata di sangue e a digiuno da parecchi secoli.

Il Ciurraca non era sempre stato così….
Una volta il Ciurraca era un operaio della miniera che lavorava sodo per mantenere lui e la sua famiglia, quando trovò un meteorite fluorescente che emanava uno strano potere, l’operaio lo prese e si trasformò nel Ciurraca e dal quel momento rimase nella miniera pronto per mangiarsi tutti quelli che lo avessero disturbato.



Francesca era rimasta sola nella grotta del Ciurraca.
Nella grotta c’era un silenzio e una tranquillità innaturale, il Ciurraca sembrava scomparso nell’oscurità.
Ad un tratto Francesca sentì un urlo, poi un altro, e un altro ancora. La ragazza iniziò a correre più veloce che poteva nella direzione opposta agli urli.
Finché non inciampò e cadde, quando si alzò si accorse di essere in un stanza rotonda, al cui centro si trovava una specie di giaciglio.
Quando si avvicinò vide che era pieno di ossa umane. Francesca si spaventò e corse verso un altro tunnel. Nel mezzo del tunnel c’era una grande roccia che le bloccava il passaggio. Da dietro la roccia spuntò  il Ciurraca in tutta la sua grandezza e con i piccoli denti bianchi in mostra, e con la bocca mostruosa sporca di sangue.
La ragazza urlò di paura e il Ciurraca avanzò verso di lei. Quando l’ attaccò, Francesca schivò a malapena il colpo. Si voltò e corse verso la fine della galleria. Si ritrovò nella miniera. Saltò su un carretto da minatore e partì sulle rotaie. Il carretto  avanzava a massima velocità verso il centro della miniera, esce dai binari e finisce in un precipizio.
Precipitando nel vuoto, Francesca si aggrappa ad una radice e riesce a rallentare  la caduta,  ma la radice non riesce a sostenere il suo peso e si stacca dalla parete, e Francesca torna a precipitare.
Atterrando si rompe una gamba. La ragazza si trascina con le braccia ma… ECCOLO Lì!!! Enorme e assetato di sangue.
L’ essere alza il pungiglione e lo conficca nel petto della ragazza, lei urla di dolore in preda agli spasmi.
Il Ciurraca aveva catturato la sua preda...

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